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Contratto di collaborazione occasionale: tutte le novità

Contratto di collaborazione occasionale: tutte le novità

Il contratto di collaborazione occasionale è una forma di lavoro autonomo, prestato in maniera occasionale verso uno o più datori di lavoro, senza un contratto di lavoro subordinato. E’ una forma di contratto che viene impiegata per lo più da coloro che lavorano in forma occasionale e non hanno partita IVA. Esso ha subito diverse modifiche nel corso degli ultimi anni, per cui è bene essere informati sulla normativa attuale. Infatti sono previste sanzioni, anche piuttosto salate, per chi non effettua le cose seguendo la recente normativa.

Contratto di collaborazione occasione: cosa prevedeva la normativa

La vecchia normativa in materia di lavoro occasionale prevedeva che tale lavoro non avesse nel corso dell’anno una durata superiore ai trenta giorni e che i compensi percepiti non superassero la soglia dei 5000 euro annuali. Una volta superati i trenta giorni, il contratto di lavoro occasionale decadeva e subentrava al suo posto il contratto di lavoro a progetto, che è un contratto di lavoro subordinato.

Non era prevista l’apertura della partita IVA ma bisognava solo presentare una ricevuta al datore di lavoro, che era tenuto a versare una ritenuta d’acconto del 20%. Non esisteva inoltre l’obbligo di versamento dei contributi per le forme di lavoro occasionale fino al raggiungimento dei 5000 euro. Al di sopra di questa cifra diventava obbligatorio iscriversi alla Gestione Separata INPS.

Contratto di collaborazione occasione: cosa prevede la normativa attuale

Tale normativa è stata abrogata dal Jobs Act. Questo articolo delinea due caratteristiche, che sono:

  • mancanza di continuità lavorativa
  • mancanza di coordinamento

Trattandosi di prestazione occasionale, ovviamente non ci può essere continuità nel lavoro, che diversamente si configurerebbe come lavoro subordinato. Inoltre il lavoro viene svolto in piena autonomia, quindi non ci può essere nessuna forma di coordinazione dello stesso da parte del datore di lavoro.

Nel 2017 è stata introdotta un’ulteriore novità. I voucher sono stati sostituiti da un nuovo tipo di contratto di lavoro, chiamato prestO, che è l’acronimo di prestazione occasionale. Si è cercato di evitare in questo modo l’abuso che veniva fatto con i voucher. I datori di lavoro potranno utilizzare questo tipo di contratto solo in questi casi:

  • se in azienda sono presenti cinque lavoratori assunti a tempo indeterminato
  • se la retribuzione annua dei lavoratori si aggira intorno ai 5000 euro
  • se la retribuzione annua dei committenti si aggira intorno ai 2500 euro

E’ l’INPS che si occupa della retribuzione, che è superiore se il lavoratore rientra in una delle seguenti categorie:

  • pensionati (invalidità o vecchiaia)
  • disoccupati
  • studenti con meno di 25 anni

Il pagamento avviene attraverso L’INPS mediante voucher telematici di 9 euro l’uno. Il datore di lavoro dovrà pagare anche INPS e INAIL. La retribuzione giornaliera non può essere inferiore a 36 euro e le ore di lavoro giornaliere non possono essere più di 4.

 

Nel caso di superamento della retribuzione annuale o delle ore lavorative previste, il datore di lavoro sarà tenuto ad assumere il lavoratore con contratto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato.

Articolista e copywriter freelance, amo scrivere dei più svariati argomenti. Sono un’appassionata di fotografia e video.